venerdì 8 febbraio 2013

GRATIS è BELLO



Nulla è più vero del concetto "gratis è bello". Basta che qualcosa sia lì alla portata di mano e sia in omaggio, che subito acquista un fascino irresistibile. Lavorando qualche giorno ad un convegno in un hotel, ho avuto modo di osservare questa peculiarità del genere Homo sapiens sapiens, di non sapersi sottrarre al rito di questi piccoli furti innocenti, dell' appropriarsi di un bene inutile con la sola giustificazione del suo essere gratuito. Il la mi è stato dato dal vaso delle caramelle poggiato sul banco informazioni: timidamente lo sguaRdo si posa sulla cupola di colorate palline di zucchero, e alla domanda "posso?", invece di vedere pollice ed indice selezionare rapidi la caramella, nella maggior parte dei casi un artiglio s' immerge rapido nella ciotola per depositare in tasca un pugno di dolciumi. Son lì apposta no? "Queste per dopo" (dopo? dopo cosa? la carestia? il disastro atomico? la dieta?).

Quando si è invitati a casa di qualcuno, nel bagno di servizio non è difficile imbattersi nei flaconcini e nelle saponette degli hotels. E mentre ti lavi le mani, non puoi non immaginare la scena di persone che tirano all' inverosimile la zip della busta della toilette per far stare, oltre alle loro cose, i mini shampoo e balsamo, la crema corpo e il bagno schiumama. Poco male, il peggio è quando dell' hotel è anche l' asciugamano con cui ti stai asciugando le mani. O quando in sala trovi una collezione di portacenere alquanto singolare, ce si accompagna al racconto di come, tra gli anni "70 e "80, fosse una continua sfida far sparire da alberghi e ristoranti ciotole di ceramica e cristallo.Mi è stato persin riferito di qualche signora che presso il particolarissimo ristorante Gold di Milano, ha sottratto la cartaigenica. Al bar di Gucci, nelle toilette, ho beccato una ragazza che ha tentato di intascarsi i profumi esposti, un altro signore che è stato così grato della coperta di cachemire che ti mettono in grembo d' inverno, che si è alzato e si è allontanato rincorso dalla cameriera.

Se un domani dovessi indagare sulla vita di qualcuno, prima ancora di cercare diari e agende, mi dirigerei verso il porta penne. Quante volte abbiamo firmato una bolla, l'assegno dal dentista, ci siamo imbattuti nell'assicurato propagandista, e ci siamo portati via la penna? è divertente vedere come da una manciata di oggetti comuni si possa sapere se è morto qualcuno di recente( penna delle onoranze funebri), si ha la parabola(penna di Sky), si fa attività sportiva(penna della palestra),si è fatto controllare il contatore del gas(penna dell' Enel) e via dicendo.

Al bar mi succede spesso di veder sparire i cucchiaini, e una volta mi sono persino accompagnata ad uno di questi singolari collezionisti. Che poi è davvero raro che al bar ci siano dei bei cucchiaini che valga la pena sottrarre, se ne mettono a disposizione di design è altrettanto raro che ti perdano d'occhio. Altro furto da bar è lo zucchero, le bustine stampate, anche qui altra collezione. Vengono selezionate le mancanti, che possono essere anche cinque o sei, e si esce, seguiti dallo sguardo perplesso e stizzito del barista.

La parola omaggio genera davvero nelle persone i bisogni più impensati, le voglie più inutili. Se andate ad una fiera di settore, come ad esempio il Cosmoprof di Bologna, dove un buon numero delle aziende ha stand in cui non c'è vendita diretta al pubblico privo di partita iva, vedrete le persone girare con borse di carta stampata piene zeppe di volantini e brochure, che per quanto belle, colorate e accattivanti, rimangono schede informative che nel 90% dei casi non verranno nemmeno lette. L'anno che lo stand presso cui stavo ha realizzato dei bellissimi sacchetti tricolore (che comunque sacchetti di carta rigidi rimangono), sono andati più a ruba dei prodotti, chi acquistava sperava di aver diritto di partire dal padiglione con sacchetti in più da dividere tra amici e parenti.

E la caccia all'inutile è diventata anche virtuale: quante app abbiamo scaricato unicamente perché gratuite? quanti giochi demenziali affollano le memorie degli smatphone? tipo "Ibeer", per fingere di bere una birra, "hold on", una gara di resistenza a chi tiene il tuch screen premuto più a lungo, "Iblackout" che fornisce una torcia che non illumina, "Ifarth" (che non starò qui a spiegare), per citarne solo alcuni.

A caval donato non si guarda in bocca. Se non è specificatamente detto che possa usufruire di un bene solo all' interno dello spazio in cui mi viene offerto, perché non portarlo via con me. E le case e le scrivanie si riempiono di cose inutili e di scarso valore, piccoli trofei e ciarpame.

"Ma era gratis".

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