lunedì 29 ottobre 2012

IL SUPERMERCATO

Il supermercato è una postazione privilegiata per lo studio del genere umano. Si potrebbe sistemare una comoda seduta in ogni corridoio e cambiare settore ogni mezzora per portare a termine una tesi di sociologia. Iniziamo dal corner frutta e verdura, dove mamme che devono far quadrare i conti e salvaguardare la salute dei bimbi (che ultimamente lievitano come michette), osservano con fare ispirato il broccolo, immaginando di vestirlo con un qualche intingolo che lo mimetizzi agli occhi dei pargoli. O soppesano una mela cerata e una bitorzolutizzima bio meletta, riscrivendo mentalmente la storia del brutto anatroccolo per sviare l' attenzione dall' estetica dubbia del sanissimo frutto. Ci sono gli anziani che discutono sull' aumento dei prezzi, e ridono dietro a chi acquista le insalate in busta, pensando al selvatico e gratuito tarassaco che hanno colto nel campo all'alba (amaro come il tossico e probabilmente, con l' aria che c'è oggi, tossico davvero. Solo chi ha fatto la guerra può sopravvivere a quelle lattughe coltivate sul ciglio della strada e all' erba di campo delle aiuole dimenticate dall' assessore all' arredo urbano). C'è poi il single che per far contenta mammà, che chiama ogni sera ricordandogli l' importanza delle fibre, si smangia mezzo stipendio in verdurine già pulite pronte per il microonde.
Passando a carne e pesce, c'è la signorina timorosa che guarda interrogativa il banco del pescati, facendo il terzo grado al pescivendolo per essere certa di aver capito come si fa a non far diventare il polpo un alieno gommoso, quella che vuole far colpo con la cenetta chic e si appropria di tutti i gamberi e gamberoni che fanno bella mostra di sé sul letto di ghiaccio (e cara, spero ne valga la pena, perché sviscerare e pelare 2 kg di gamberi non solo garantirà un delizioso intorpidimento di dita e trapezio, ma per i due giorni successivi sarai inseguita dai gatti del vicino). C'è la nonna fantasiosa che racconta le avventure del pescatore coraggioso che affronta tempeste per pescare quel mostro degli abissi che, anche una volta lesso, manterrà quel'allure mitica. E qui si vede la marcia in più delle nonne.
 Il bancone della carne, dove i veri uomini tirano fuori tutto il testosterone e accattano le "vere bistecche" in assenza della moglie che continua a proporre carpaccini, pettini di pollo e fesa di vitella. All' urlo di "W LA CICCIA!" ecco che la chianina viene dichiarata razza protetta. C'è la signora a dieta, che guarda con odio la pallida fesa di tacchino, sentendosi soffocare dal solo pensiero della stopposa fettina ingentilita da 3 grani di sale e qualche goccia di limone, e osserva con morboso desiderio la salciccia lucida e peccaminosa nella usa sexy vaschetta nero lucido, con le sue curve sinuose e il gusto del proibito.
Passiamo ai corridoi. è lì che si fanno gli incontri più interessanti. Cè quella che compra e riempie il carrello a suon di giungle del tipo: "scelgo Auricchio, c'è più gusto", lo scubetto e ci condisco i chicchirichì di fantasia Gallo, e faccio un insalata di riso aggiungendo il tonno Riomare che lo taglio con il grissino. Ah sì, i grissini, prendo il Grissinbon che mi stuzzica l' appetito e la fantasia. Poi il latte della Lola e il certosino Galbani che vuol dire fiducia. E per mio figlio e la merenda con quei Ringo people dei sui amici, prendo anche il budino al latte con le macchie super goloso fatto da mu la mucca con gli occhiali. Oh guarda ci sono in offerta i Miel pops e puff puff  puff e puff puff puff!"... C'è il papà lasciato a casa per il week end con i figli, che si precipita tra i surgelati a fare incetta di sofficini e spiedi pizza, e lì incontra la badante rumena che spinge una carrozzina occupata da una vecchietta fatta su come se il reparto frizzer fosse la simulazione della spedizione scientifica nell'Artico, e che con occhi desolati pensa alla glicemia mentre la signorina, senza pietà, mette del carrello i  suoi Magnum temptation. Nel corridoio dei dolci ci sono mamme e bambini impegnatissimi in una staffetta senza fine: il bambino scatta e afferra le merendine per poi tornare al carrello, la mamma le prende e le rimette a posto. Ma intanto la piccola peste è ripartita ed ha afferrato le caramelle. Allora la mamma scatta di nuovo verso il carrello, ignara che baby flash ha già intercettato la cioccolata. E così una spola infinita, finchè o la mamma cede e abbotta il figlio di porcate (pregustando la tranquillità di un viaggio verso casa reso silenzioso dal coma glicemico del pargolo), oppure, appena il corridoio si svuota da sguardi indiscreti, ricorre al vecchio e sano sberlone. E alle lacrime dello staffettista, nella stessa corsia, si aggiungono quelle della ragazza appena mollata, che scandisce ad improperi il lancio di quanto c'è di più calorico e consolatorio sugli scaffali, affidandosi alla famosa "cura Ferrero per cuori infranti", che continuerà con la "terapia Algida per la tutela del buon umore". Sono quelle che oltre ad arrivare alla cassa con il carrello pieno di alcool e zuccheri, rovesciano sul rullo trasportatore della cassiera le carte delle merendine che hanno già mangiato aggirandosi per il negozio, e una frase carica di odio e autocommiserazione che non manca di iniziare solidali discussioni femministe con le donne in coda dietro di lei, che dispensano consigli dai 6 anni (i maschi sono cacca, sbriciolagli la merenda) in su(se vuoi che soffra come soffri tu, rigagli la macchina). E poi cosa c'è di meglio del sentirsi dire da chi ti conosce da 2 secondi "è lui che ci perde" o "sei una donna speciale meriti di meglio"?
è possibile poi imbattersi in individui che affrontano la spesa con approccio matematico, controllando i prezzi, gli sconti, il 3X2 e calcolando esattamente, a scontrino battuto, quanti punti li separano dal depilatore-set di bicchieri-betterie di pentole-tovaglia in fiandra del catalogo.
Ci sono i fidanzati o mariti che si preparano ad una serata per soli uomini, che riempiono il carrello di birre e un quantitativo di cibo solido nemmeno lontanamente sufficiente e farli arrivare sobri alla fine del secondo tempo. Molto invidiati dai fidanzati e mariti che, invece, sono andati a fare la spesa per conto delle dolci metà, e leggono e rileggono ossessivamente la lista per non sentirsi dire di aver dimenticato qualcosa e che non sono degni di fiducia. E fanno quasi tenerezza quando devono affrontare lo scaffale degli assorbenti, che cacciano sotto il resto della spesa nemmeno temessero che il parroco li beccasse a comprare un filmetto a luci rosse. Ma sono messi peggio quelli che sono investiti di una tale fiducia da parte di compagne e consorti, da essere mandati in spedizione senza lista, con la balzana aspettativa che sappiano quali sono i prodotti soliti che vengono acquistati. Sono quelli che per paura di sbagliare, fanno la scorta per l' emergenza nucleare, e spendono cifre astronomiche lasciandosi abbindolare dal tortellino top e dalla carta igenica ultra soffice a 15 veli, tutte diciture che gli danno la sicurezza della scelta migliore.
Vi ritrovate? Sapete cosa vi dico? Vado a rifornire la dispensa e a godermi lo spettacolo di questa varia umanità.

domenica 28 ottobre 2012

FALL(-ing)....IN LOVE

L'altro giorno camminavo per strada attorno all' università e mi sono fermata a guardare un ginko biloba, che è il mio albero preferito. Le piccole foglie a ventaglio sembravano essere state intinte nell'oro durante la notte, una ad una, per poi essere riposte per esibirsi in una danza autunnale per a me e  tutti quelli che hanno avuto l'accortezza di soffermarsi davanti a una si fulgida bellezza. L'autunno è la stagione che più amo. Perché è una stagione che ride con il rumore delle foglie secche sotto le suole. Perché ha i profumi intensi del cuoio delle scarpe che sostituiscono i sandali, delle caldarroste che fanno dimenticare il cocco in piazza Duomo, ha il profumo della cannella sul cappuccino, perché il cacao fa già troppo inverno. Ha un sapore rotondo e vellutato che veste la bocca, come i suoi frutti dalle linee sinuose. Pere, zucche , cachi, castagne. E' una stagione lussuosa, con i riflessi dell oro e del bronzo, del rame e del rubino. che come gioielli si posano con non curanza sul morbido cachemire grigio del cielo nuvoloso. L'autunno ha la sensualità morbida e discreta del maglione portato a pelle, un po' abbondante e scivolato addosso. Non invita a spogliarsi come l'estate, ma porta all' abbraccio. Non quello insistente e rassicurante dell' inverno, ma quella carezza che lascia un fremito e uno sfarfallio, quella che c'è e un attimo dopo se n'è andata. L'autunno è carico di promesse che scriviamo su un quaderno nuovo, con una matita ben temperata che lascia nell' aria il profumo del legno e della carta, è elettrico come le prime mattine frizzanti che mettono un'agitazione addosso che immotivata ci tiene adrenalinici tutto il giorno. Per poi spingerci con misurata forza sul divano, mentre si scioglie davanti a noi in rivoli di pioggia contro i vetri del salotto.



giovedì 25 ottobre 2012

TORTA DI MELE D'ORIENTE

PRODOTTI D'AUTUNNO-1-

E' vero che in primavera e in estate c'è il massimo dell' offerta per quanto riguarda frutta e verdura, ma vi dirò, io trovo che anche l' autunno offra delle possibilità da non sottovalutare. Per esempio i cachi.


 Frutti tanto belli quanto infidi a maturazione ultimata, delicati come gavettoni di marmellata che alla minima pressione esplodono in tutta la loro appiccicositudine. Fortunatamente per i cuochi più maldestri ed irruenti, oggi ci si può imbattere anche nei sodissimi caco vaniglia, che hanno un che di fumettoso (amato dai food blogger giapponesi - non per niente si chiama anche "mela d' Oriente") con la loro lucidissima buccia e il motivo a raggi della polpa. Si prestano benissimo per la realizzazione di composizioni e  bento dolci. Guardate che bello questo, pure in tema Halloween.





Io ho usato entrambe le varietà per fare una torta moooooooolto buona, e come al solito leggera (per quanto possa comunque esserlo una torta) e facilmente replicabile.

-Crostata di cachi:

Per la frolla. Siccome mi viene sempre un mancamento quando leggo le dosi del burro, allora ho optato per una frolla allo yogurt. Non rimane friabile chiaramente come quella vera, ma voglaimo parlare del risparmio calorico?

-150g di farina bianca
-150g di farina integrale (o di castagne che ci sta benissimo)
-30 grammi di burro e 120 di yogurt greco
-una bustina di lievito per dolci
-un uovo

Io non metto lo zucchero perché poi la farcia sarà già dolce. ma se volete 50g di zucchero a velo vanigliato sono un' ottima aggiunta all'impasto. Già provato in altre occasioni.

Per la farcia.
-150g di ricotta vaccina
-2 cachi vaniglia
-4 cachi normali molto maturi
-3 cucchiai di zucchero di canna moscovado
-succo di mezza arancia
-5 albumi montati leggermente
-una spolverata di cannella e a piacere gocce di cioccolato fondente.


Unite in una ciotola le farine e il lievito (e se lo volete mettere, lo zucchero a velo) e mettete in frizzer per 30 minuti. Intanto in un pentolino mettete a caramellare lo zucchero di canna con il succo d' arancia e aggiungete i cachi molli. Noterete che sarebbe inutile provare ad affettarli, quindi levate il picciolo e lasciate che finiscano da soli di sfaldarsi. Aggiungete un bicchiere di acqua calda e lasciate sobbollire e restringere fino ad ottenere una sorta di marmellata. Lasciate raffreddare. Ora recuperate le farine dal frizzer e, con le dita o con il frullatore con le lame impastatrici, lavoratele con l' uovo, il burro e lo yogurt- dovete ottenere delle briciolone e un'effetto sabbia bagnata al tatto. Fatene una palla, avvolgetela nella pellicola e lasciatela riposare in frigo minimo un' ora. Tenete conto che ogni impasto più si riposa, più si idrata, più facile sarà  dastendere. Quando la marmellata di cachi sarà fredda, mescolatela con la ricotta e gli albumi leggermente sbattuti, unitevi la cannella e le gocce di cioccolato. Stendete la frolla in una tortiera da 24cm, adagiate sul fondo delle fettine sottili o degli spicchi di caco vaniglia, e ricoprite con la crema di ricotta e caco. Infornate a 180 gradi per 20 minuti, poi coprite la torta con alluminio o carta forno e proseguite per altri 20-25 minuti. Lasciatela in frigo una notte e il giorno dopo, con una tazza di the alla vaniglia, sarà una meraviglia.



Alcune notizie su questo frutto originario della Cina e molto amato anche dai giapponesi, i primi a coltivarlo in modo intensivo, che ne fanno bibite gasate e dolci essiccati. In Europa trova nei francesi i primi estimatori,1860. In Italia arriva 10 anni più tardi in Romagna. Ottima fonte di fibra e potassio, che gli garantiscono proprietà depurative e drenanti, di betacotenoidi e vitamina C. Devono essere consumati a piena maturazione, i frutti acerbi sono ricchi di tannino dall' effetto astringente al palato, ossia danno quella tremenda sensazione di legatura.

lunedì 22 ottobre 2012

SADOMASOFITNESS.

Ah, la palestra. Croce e delizia di ogni donna, un esempio di sadico piacere quotidiano assieme ai tacchi alti, alle cinture in vita e alle maxi bag. La dimostrazione che chiunque è disposto a pagare per sperimentare la sottile linea che divide piacere (di vedersi belle) e dolore. Suvvia, se si decide di intraprendere la strada lastricata di buone intenzioni che porta al centro fitness, bisogna farlo con lo spirito adatto. Bisogna arrivare nel parcheggio con una play list da "Rocky" a "I momenti di gloria" pompata al massimo nello stereo della macchina, bisogna prepararne una seconda ultra "tunz-tunz-house" fatta di remix e mashup da salvare nell' mp3 per affrontare ellittiche, tapis e cyclette. Quelle canzoni che vi fanno venire voglia di attaccare i dadoni pelosi anche al tappeto fitness. Se la musica non vi basta, technogym propone dei fantastici attrezzi cardio con tanto di televisore e aria condizionata. Una goduria, se beccate il programma giusto potreste scalare una pendenza 15 guardandovi tutto "7 anni in Tibet" con Brad che alla fine dei titoli di coda vi fa i complimenti per esservi sparate senza fare un plissé quasi due ore di marcia. Che vi avranno sicuramente rese una spugna di sudore. Ma non demordete, passate al prossimo step. Prima però premuratevi di pulire la macchina: settimana scorsa il simpatico sconvolto accanto a me sul tapis ha perso 3 kg di liquidi e ha tossito a fasi alterne tutto il work out e alla fine si è dileguato, lasciando a fiorire una coltura batterica che magari gli avrebbe valso qualche premio scientifico. Fortissima la tentazione di dar fuoco al tutto (lui compreso).
Mi raccomando il trucco e parrucco: i primi 5 minuti vi sembrerà che, complice l'aria condizionata e un'andatura non eccessiva, possiate scendere dall' attrezzo belle e sexy, come le eroine di Ken Follet, che attraversano giungle, vivono su isole deserte, sopravvivono a naufragi, eppure hanno sempre capelli setosi e pelle splendente. Vi ricordo che Lara Croft tra una scena e l'altra passa dal make up artist, mentre voi dopo la vostra impresa titanica rischiate di risultare tristi pagliaccetti emo dal mascara colato e il fondotinta che è ormai scivolato tutto sul mento. I capelli? legati please, niente di peggio che ricevere un'umida frustata da chi ti zompa accanto immaginandosi una sexy sirena fraccica alla Baywatch.
Se non siete da scheda e sala pesi e preferite i corsi, oggi si parte dall' oriente con lo yoga e i tai chi, si passa per l'Europa con il pilates (sì, quella disciplina resa famosa dal deretano della Pippa Middelton, che ha messo in ombra quel' altro evento importante...cos' era? ah, sì, le nozze reali), per poi fare il giro dell'Africa dal nord al sud, risalendo per l' America latina, il tutto a suon di zuma e balli tribali (mah, contente voi. All' ultimo livello vincete il mascherone e la collana di denti da sciamano del villaggio fitness), per poi arrivare nei gloriosi U.S.A. per massacrarvi ai ritmi dei boot camp alla soldato Ryan, dove suderete al punto che l'idea di un bel taglio militare a spazzola comincerà a farsi strada nella vostra testa quando non potrà esimersi dall' ennesimo shampoo. Io ho provato un po' di tutto e vi assicuro che vale la pena sperimentare quest'offerta globale, dopotutto siamo cittadini del mondo no? E non fatevi demoralizzare se le prime volte non tenete il ritmo o non vi muovete come la malata di work out davanti a voi che probabilmente se ne spara 25 alla settimana di corsi: ricordatevi sempre che tutti sono stati principianti e che intanto VOI SIETE Lì A METTERVI IN GIOCO invece di aprire il secondo pacchetto di Ringo sul divano guardando "Extreme make over diet edition", ripetendovi che voi potete permettervi di rimandare dieta e ginnastica di un' altra settimana.
Il look. Se già la palestra vi fa venire voglia di buttarvi, non andate a mortificarvi ulteriormente con bragozzi molli e magliettoni extra large promozionali piuttosto che palandrane copri pancetta che fanno tanto bimbo sperduto. Ma nemmeno diventate sponsor della vaselina scivolando in completini ultra aderenti che rischiano di lasciavi in desabillè nel malaugurato caso starnutiate. Quei pantaloni ultra aderenti che spesso altro non sono che la calzamaglia da mettere sotto la tuta da jogging che mostrano più del necessario, facendo domandare al pubblico se state emulando Britney nelle sue uscite smutandate. Se avete rotolini che non volete (e non dovete) esibire, se il fianco non è ancora modellato, e se come già detto la sala attrezzi vi deprime, scegliete un abbigliamento che vi faccia sentire uno schianto senza farvi sentire a disagio, dovete recitare la parte della fitness model, entrare nel mood. Piuttosto un solo completo (da lavare ogni volta, le mie narici non danno perscontato più nulla) ma bello e funzionale, che nasconda le imperfezioni ma vi faccia vedere bene i movimenti che fate e i muscoli che si contraggono sotto la stoffa. Sarà anche più motivante. E poi fare attività vi permette di scaricare la tensione evitandovi di giocarvi il posto di lavoro gridando in faccia al capi tutto quello che vi fa infuriare, genera endorfine facendovi vedere con occhi diversi i graffiti sul muro del salotto fatti da vostro figlio di 5 anni, fa venire voglia di evitare il secondo bombolone che vanificherebbe una tale fatica, vi permette di raggiungere prima la taglia di quel tubino che vi ammicca ogni volta che siete in coda al semaforo davanti alla boutique del cuore. E se non bastasse sappiate che è scientificamente provato che una donna su 3  tra i 18 e i 63 anni, può avere da uno a cinque orgasmi a settimana per effetto dell'attività svolta in determinate posizioni o su determinate macchine (eseguiti e usate in modo proprio eh, niente cose strane, anche lo scatto finale del jogging sul tappeto o il salto della corda. e non guardatemi così, io riporto solo i fatti scientifici).
Non sempre andare in palestra con l' amica del cuore è un bene. A meno che non sia molto più motivata di voi e quindi vi sproni e non vi distragga. Altrimenti finireste a camminare a velocità 2 per poter parlare, passereste troppo tempo in spogliatoio, litighereste per le attenzioni del ragazzo del bar e vi fareste rimbeccare dall'istruttore perché, come a scuola, sul fondo della sala corsi ci sarebbe un chiacchiericcio molesto. E comunque sappiate che tra le pareti della gym si crea una forte solidarietà femminile. Al termine dei corsi di cardio quando c'è il momento del defaticamento, ci si guarda l'un l'altra, sfinite, e si crea il legame profondo che c'è tra i sopravvissuti alla guerra. E gli uomini? gli amori che nascono in palestra secondo me sono, per forza di cose, sinceri: se lui si prende una sbandata per la tua maglietta pezzata, il cipollino di capelli spettinati e il viso acqua e sapone (e sudore), state certe che è amore vero. Ma non prendetevi la classica cotta per il trainer, ha le stesse probabilità di andare in porto come la cotta per il prof di letteratura del liceo.
 Ricordatevi sempre poi, prima di entrare in sala, che l'istruttore è vostro amico. Ripetetelo come un mantra. E se non lo è, comunque l'avete pagato voi per scolpirvi il lato B a colpi di slanci e affondi. Appena perte la musica comincerete a odiarlo, e penserete a lui tutto il giorno seguente quando la sedia dell' ufficio diventerà come un cuscino chiodato su cui stare sedute. Ma alla lunga, quando alla macchinetta del caffè un collega "inciamperà" aggrappandosi alle vostre chiappe di marmo per non cadere o uscirete dal camerino del negozio chic facendo sbuffare d' invidia la snobbissima commessa, allora sì che amerete il vostro carnefice, e avrete capito che la sofferenza può dare un piacere inaspettato.

venerdì 19 ottobre 2012

LA COMUNITà BIO:GLI SNOB-CHIC FIGLI DELLA TERRA.

"Ah ma se non è bio io non lo mangio mica". Ormai è diventato un ritornello. Quante volte ci siamo sentiti dire che "bio è meglio", che per essere davvero degli healthy people dobbiamo comprare alimenti biologici.  Nulla in contrario per carità, tanto è vero che qualche settimana fa sono andata alla mostra mercato "MilanoBio", ho anche io la mia bottega green di riferimento e sono iscritta al blog Goop di Gwyneth Paltrow. Ma c'è chi davvero oggi sembra aver fatto del biologico un culto. Li riconosci subito quelli della comune verde, quelli che fanno parte di gruppi d'acquisto per promuovere il km zero e ridurre l'impatto delle confezioni sull'ambiente e ogni mese ricevono un sacco da 25 kg di patate terrose e legumi secchi, che davvero vorrei vedere dove mettono in cucina: immagino ci siano granai comunitari in cui stivare cereali decorticati dall'alto valore nutrizionale che impiegano 12 ore a cuocere. Sono quelli che "no alla tintura per capelli", meglio l'henné e la camomilla con il limone per i colpi di sole (e una naturalissima ricrescita come quella di Eva quando entrò in menopausa). Se i tessuti non sono pruriginosa lana vergine d'inverno e ruvido misto lino e canapa d'estate vanno in giro nudi e sfoggiano colori di origine vegetale in fantasie tye and dye dal senape al mattone, meravigliosamente informi perché lycra ed elastan sono prodotti del demonio. I capi li produce un atelier del Burkina Faso che dà lavoro a donne volenterose ma, non per colpa loro, all'oscuro delle ultime tendenze. E' una tendenza neo hippy che ha permesso a signori di mezza età di sfoggiare code di cavallo e riaprire il buco al lobo, alle signore di avere un look rilassato e genuino alla "into the wilde", ai giovani di coltivare i propri funghi allucinogeni sfruttando l'umidità interna dei rasta. Ma il bello è che questi figli della terra, fratelli di fagiolo e amici della fibra, tutto hanno in comune con il loro antenato peace and love tranne che il portafogli. Perché, parliamoci chiaro: la bustina di cartone riciclato, il barattolo di vetro riutilizzabile pieno di sano riso thai integrale, la frutta e la verdura di dimensione cucina di barbie, hanno prezzi decisamente più elevati di quelli offerti da quei diavoli di multinazionali. Inoltre studi recenti hanno dimostrato che dal punto di vista nutrizionale, tra il bio e il non bio non c'è alcuna differenza. Vitamine, proteine, acidi grassi hanno la medesima qualità. Inoltre, per esempio, la carne e il pesce d'allevamento sono più controllati, gli animali nutriti con mangimi appositamente studiati e curati con medicinali che non hanno alcuna influenza sull'uomo. Altra notizia bomba: non è vero che tutti i prodotti bio sono trattati senza pesticidi. Infatti il bio per essere definito tale deve presentare il 30% di pesticidi in meno, non è detto quindi che tutti gli ortaggi che si acquistano con questa etichetta siano al 100% naturali. E poi oggi il terreno, le falde acquifere e l'acqua piovana sono già contaminati, ed è quindi improbabile imbattersi in vegetali senza tracce di prodotti chimici. Detto ciò, frutta e verdura che consumiamo con la buccia e i vegetali a foglia verde che assorbono naturalmente più inquinamento e fertilizzanti, se siamo semi patiti del bio ma non vogliamo arrivare a 120 anni sani e poveri, possiamo acquistarli dagli scaffali dei corner chic and green dei supermercati. Per il resto, non credo valga tanto la pena. No, nemmeno se pensate di salvare il mondo, perché sebbene le colture bio rispettino i ritmi naturali e vi permettano di rispolverare gli studi delle elementari con la coltivazione a rotazione per nutrire il terreno e renderlo fertile, hanno ritmi lenti e rese non sufficienti se non a nutrire l'agiata borghesia dei figli di madre natura. Quindi fate due conti, potreste risparmiare in un anno la bellezza di 5000 euro a famiglia scegliendo solo il biologico indispensabile. Per non dire che potreste tornare ad andare dal parrucchiere e a vestirvi non più da fashion mezzadri, ma da milanesi contemporanei. Perché i tessuti eco li usano anche gli stilisti e le boutique chic. Mai sentito parlare di 100% Capri? O della linea di cotone biologico di H&M? O della super verde Stella McCartney?
Certo, io amante delle sperimentazioni e delle sane abitudini in cucina, non rinuncio a qualche chicca eco chic e allora ecco alcune ricette derivate dalla mia visita al MilanoBio.

-chilli vegetariano con muscolo di grano:

il muscolo di grano è un sostitutivo della carne per vegetariani e vegani, è altamente digeribile e si ottiene dalle proteine del grano. Se volete uccidere un celiaco preparategli una di queste polpette glutinose e non avrà scampo. Ha il prezzo della carne animale, quindi non presenta vantaggi economici, e contiene chiaramente più carboidrati della bistecca che non ne ha.






Fate soffriggere una grande cipolla rossa tagliata grossolanamente con 4 pomodori ramati ben maturi, mezzo peperone verde e mezzo rosso e i fagioli ammollati (che bel soffritto viola che sta bene con lo smalto di Chanel =)). Sfumate con mezzo bicchiere di aceto di vino rosso, aggiungete il seitan a pezzi e un barattolo di passata. Allungate con un altro barattolo d'acqua calda, aggiungete un dado vegetale,  un cucchiaio di zucchero di canna, una spolverata di noce moscata, zenzero, cannella, paprika, aglio in polvere e una foglia di alloro, abbassate al minimo la fiamma e lasciate cuocere coperto per 45 minuti, il tempo di ammorbidire i fagioli. Servite caldo.

-zucchine ripiene di tofu e canapa:

Già, canapa, ottimo anti colesterolo e con indubbie proprietà rilassanti...

Svuotate delle zucchine tonde (ok, sembrano meloncini, non son bio, ma sappiate che i big vegetali non sono pompati con cose strane ma con proteine vegetali). Fatele ammorbidire al vapore qualche minuto o mettetele 4 minuti del microonde in un tapper ad hoc chiuso con la valvola aperta. Intanto mescolate il tofu morbido (Esselunga, vicino ai certosini) con un cucchiaio di crème fraiche (Esselunga, corridoio dei latticini, in fondo vicino alla panna fresca), due cucchiaini di semi di canapa, pomodori secchi sfilettati e origano. Riempite le zucchine, oliatele e spolverizzate di pan grattato integrale o fiocchi d'avena e infornate 30 minuti a 180 gradi.







-dessert ipocalorico scenosissimo:

Questa torretta leggera e gustosa vi farà guadagnare un sacco di punti agli occhi dell' amica "io niente dolce, sono a dieta".

Alternate fette di pane azzimo senza sale a strati di yogurt greco 0% grassi addolcito con un cucchiaio di sciroppo d'acero che è a basso indice glicemico. Potete aggiungere cannella macinata che aiuta la digestione e limita l'assorbimento degli zuccheri. Decorate con frutti di bosco bio (questi, soprattutto le fragole, possono trattenere più pesticidi quindi sono, con le mele e gli spinaci, un prodotto da valutare), ricchi di fibra e poveri di calorie. Bello no?





mercoledì 17 ottobre 2012

PERCHè LA BELLEZZA INTERIORE LA VEDONO IN POCHI

Beauty review. Sì sono una ragazza fortunata. Ho la fortuna di ricevere ogni tanto da una cara amica beauty editor di "IO donna", un bellissimo sacchetto delle meraviglie pieno di prodotti da provare, tra trattamenti, smalti e make up. questa volta, avendo finalmente questa finestra sul web, ho deciso di recensire i prodotti provati per guidare voi cultrici della bellezza, nell' acquisto di qualcuno di questi segreti di bellezza.

Inizierò da quello che mi ha lasciata più di tutti estasiata, la cipria liquida illuminante di M.A.C.


L'apparente consistenza polverosa si trasforma a contatto con la pelle, diventando fredda e umida. Applicata con il kabuki brush, diventa subito un velo setoso e luminoso sulla pelle, lasciandola vellutata, opaca ma non "gessata", mat ma non arida. Insomma, per chi come me ha la pelle secca in questo periodo dell'anno, adora l'incarnato perlaceo e chiarissimo ma non ama fondotinta e affini è una meraviglia. Ideale anche se a fine giornata andate in palestra senza potervi struccare (mai in palestra con il fondotinta, si scioglie e non permette alla pelle di buttare fuori bene le scorie con il sudore, andreste solo a peggiorare la situazione "viso sconvolto dal tapis").

Continuiamo con M.A.C.  e restiamo sul trucco viso. se siete di quelle che non amano il chiaroscuro deciso di fard e blush mat che creano ombre che scolpiscono il viso, la terra iridescente e i blush illuminanti sono ciò che fa per voi. potete anche picchiettarli con parsimonia sugli zigomi per creare punti luce stendendolo su un fard opaco della stessa tonalità. se i pesca e le tonalità brune stanno bene a praticamente tutte, attenzione ai rosa baby o i tendenti al ciclamino: danno subito un effetto bambola, meglio abbinarli ad un trucco di base molto chiaro tipo porcellana, ed è opportuno procedere con cautela nel dosaggio per non fare pomelli da Susanna del formaggino Galbani.


Tormentone da profumeria di quest' autunno-inverno è la BB cream, che ormai è proposta da tutte le case cosmetiche, in diverse cromie o nel "misterioso colore universale" che sta bene e si adatta a qualunque incarnato. La BB cream non copre come il fondotinta e non idrata come una crema, quindi mettete comunque l' idratante di base. può avere fattori di protezione uv, dare un colorito sano e minimizzare le discordie. non pensate di usarla sotto il fondotinta!! fareste uno stratone di stucco.
E mi raccomando, pur non essendo coprente con e il fondotinta, è comunque colorata, quindi se non azzeccate il vostro colore o non la sfumate bene sul collo si vede! il colore va sempre provato o sul collo o sulla' incavo del polso, e nel dubbio optate sempre per la nuance leggermente più chiara.


Passando agli occhi, ho trovato tre pastiglie di M.A.C. dai colori sorprendentemente anti fatica. il giallo chiaro, il lilla e il beige danno subito luminosità allo sguardo, minimizzano i cerchi scuri ce ben sfumati alla attaccatura del naso nell' angolo dell' occhio, e sono ideali da soli se non avete tempo, con una riga di eye linee e tanto mascara (segnalo Vamp! di Pupa che mi ha reso completamente dipendente dal suo effetto ciglia finte meravigliosamente drammatico. non riesco ad usarne altri!). se vi piacciono gli ombretti dai toni decisi, lunga tenuta e colore intenso, Urban Decay fa al caso vostro. Il viola in particolare va ad esaltare gli occhi verdi e castani regalando uno sguardo magnetico. provare per credere. ottima la texture e la tenuta anche delle palette di Fred Farrugia, che si possono abbinare a gloss e fard. Per chi non li conoscesse, questi packaging sono davvero furbissimi, si possono smontare e rimontare impilandoli in maniera compatta, in modo tale che se devi portarti via un kit da ritocco o mettere insieme una palette da viaggio, poi selezionare ciò che ti serve, costruire letteralmente la beauty box e salvare un sacco di spazio nella borsa della toilette. Perché non so voi, ma io e mia sorella in viaggio abbiamo sempre delle borse del trucco che ci costringono a rinunciare a un paio di scarpe e qualche vestito per non superare il peso limite del bagaglio.




I trend di stagione vogliono labbra mat e scure, dal rosso al bordeaux arrivando ai viola scuro e i marroni intensi. Tonalità da abbinare ad un trucco occhi minimale o comunque ben bilanciato. Il rossetto scuro va sempre abbinato ad una matita per non uscire dai bordi. Per assicurare una tenuta ragionevole (ma mi raccomando, controllate più volte le labbra durante il giorno soprattutto dopo il caffè, il pranazo o quando bevete, per non ritrovarvi solo i contorni pintati come le vecchiette della chiesa), passate sulle labbra ben idrate (ed esfoliate se necessario: le screpolature e le pellicine si vedono lontano un miglio) il correttore o il fondotinta. Poi passate il colore con un pennellino apposito e sfumate dal centro verso gli angoli, dove NON ANDRETE CON IL COLORE DIRETTO FACENDO TUTTO IL CONTORNO DELLA BOCCA o sembrerete una bambola di dubbio gusto. Fate il contorno per contenere le sbavature (anche qui sfumate, e non usate un colore a contrasto a meno che non siate esperte make up artist). A questo punto stringete una velina tra le labbra per eliminare gli eccessi e mettetevi un dito in bocca da far scivolare fuori a labbra chiuse per eliminare residui interni alle labbra che andrebbero orrendamente a tingere gli incisivi. Passate un velo di cipria, ripassate il colore, ripetete la velina ed ecco fatto. lungo e operoso, ma così siete certe di avere un effetto di buon gusto e nessuno sbaffo ribelle. Dopo le 20.00 potete lucidare il colore con un gloss in nuance. qui i rossetti di Diego Della Palma e il gloss di M.A.C.



Se come me, vi piace avere le unghie in primo piano, dal pacchetto sono saltati fuori i metallici smalti di Shaka, che hanno il pregio non solo di minimizzare le imperfezioni delle unghie dei piedi, ma sono opachi come le carrozzerie delle auto che vedo in giro ultimamente, e asciugano in 5 secondi. Non scherzo, ho cronometrato! E poi, siccome io sono un amante del rosa soprattutto delle sue gradazioni più "sobrie" ecco gli smalti flou di  Nails Inc , super coprenti già alla prima passata e davvero d' impatto.



Abbiamo già detto quanto sia importante a fine giornata struccassi per bene e coccolare la pelle almeno 2 volte la settimana con trattamenti più profondi. Sta sera ho provato il magico team di prodotti Nuxe , esfoliante delicatissimo con legno di rosa, maschera idratante riposante e crema antiossidante idratante leggera, profumata e di rapido assorbimento. lasciano il viso levigato, luminoso e una pelle di pesca. una meraviglia.





Vi lascio con una chicca molto Camy, pronte? Le ciglia finte di Katy Perry! Perché too much is never enough...  

(UN GRAZIE SPECIALE A CRISTINA MILANESI, BEAUTY EDITOR DI IO DONNA E CAPO REDATTORE DI IMAGINE) 

venerdì 12 ottobre 2012

RICETTE D' AUTUNNO

l'autunno è in assoluto la mia stagione preferita. I colori, le giornate bigie, le domeniche nei musei o alle mostre, l' ultimo sole che si stiracchia finché può per non lasciarci al buoi troppo presto. le prime mattine dall'aria fredda tonificane che pizzica le guance. E finalmente un look più strutturato, le giacche i trench, gli stivali e un nuovo make up fatto più di ombre bronzo che di colpi di luce, la caccia al fondotinta perfetto, un nuovo colore di capelli, il profumo che abbandona gli agrumi per abbracciare le note dolci e ambrate dei legni...e se non bastasse una nuova gamma di sapori che arricchiscono il menu con ricette che coccolano e confortano. Allora fuori il vostro listing note book e, tra le cose da fare per dare il ben tornato al periodo delle zucche e delle castagne, aggiungiamo la lista della spesa.

-tortino gorgonzola e pere.

se giù hanno la mozzarella, qui al nord è il muffo gorgonzola la nostra bandiera, e questa semplice ricetta ne ingentilisce il sapore pungente che lo rende incompreso dai più.

prendete una pirofilina e ungetela leggermente. Rivestite il fondo con fettine sottili di patata lessa e cospargete questo strato con gherigli di noce. Sbucciate e tagliate a metà 6 pere coscia e disponetele a raggiera. Mescolate una fetta di gorgonzola, che avrete fatto a cubetti, con un goccio di latte caldo, quanto basta per scioglierlo, e 4 albumi ( o un uovo). Versate il composto nella pirofila e infornate a 170 gradi finché non si formerà una bruna crosticina.



-Baccalà alle nocciole:

gli amanti del baccalà sono ormai scarsi come quelli del gorgonzola, ma l' accostamento con le nocciole potrebbe far rivalutare le carni soffici, bianche e compatte di questo pesce.


prendete un filetto di baccalà ammollato e spennellatelo con un emulsione di miele, limone e senape di media intensità. Impanatelo con un trito di nocciole tostate e rosmarino e fatelo dorare in un padellino con poco olio. Servitelo, come nella foto, coperto di funghi porcini trifolati, oppure con fagiolini lessati al dente, conditi con sesamo tostato e pan grattato saltati in una padella strofinata con uno spicchietto d' aglio.

-alce di polenta in prato di carciofi:

ok non è una vera ricetta, ma un creativo suggerimento per servire o della polenta avanzata o fatta e lasciata raffreddare stesa in una pirofila bassa. Una volta compattata, tagliatela con un taglia biscotti. io all'IKEA ho comprato il kit "animali del bosco", ed ecco perché sono la felice proprietaria di un taglia biscotti ad alce....

-treccine alle castagne:

per non portare a tavola il solito pane con le noci. E poi questo è davvero facile da fare. 500g di farina manitoba, la mescolate a 17 grammi (una bustina) di cremor tartaro. Invece dell' acqua impastate gli ingredienti secchi con latte scremato tiepido quanto basta per ottenere un impasto elastico che non si attacchi alle dita. Aggiungete il sale, il rosmarino fresco tagliato al coltello, castagne già bollite e piacere. Lasciate a lievitare in luogo caldo, coprendo la ciotola in cui avete impastato con una pellicola. Dopo un minimo di 2 ore, recuperate la palla che avrà duplicato la propria dimensione. Staccatene tante palline, lavoratele per ottenere dei cilindri che andrete ad intrecciare: fate un' asola e sovrapponete le due estremità alternando per tutta la lunghezza. Coprite le treccine e lasciatele lievitare un' altra oretta, dopodiché infornate a 200gradi per 20 minuti.





-strudel di mele e castagne:

una rivisitazione decisamente da provare...
250g di farina 00, 250g di farina di castagne, 2 cucchiai di olio di semi, acqua tiepida quanto basta. Impastate il tutto fino ad ottenere una palla elastica da far riposare coperta per mezz'oretta almeno. Stendete l'impasto e spalmatelo di crema di marroni. Cospargete con 4 mele renette a cubetti e castagne sbriciolate, arrotolate e infornate a 180 gradi, spennellando la superficie di sciroppo d' acero diluito.

-ENJOY-

sabato 6 ottobre 2012

L'ALGORITMO DEL TESTOSTERONE


Se le donne vengono da Venere, francamente mi rifiuto di credere che gli uomini vengano da Marte, la distanza tra i due pianeti è ancora troppo breve.

 È inutile dire che noi donne abbiamo una mente che va per conto suo, indipendente dalle leggi della logica. Ma anche gli uomini sono pieni di contraddizioni e misteriosi codici comportamentali. E se le nostre mamme, le nostre nonne, ci hanno sempre raccontato di come in realtà sia facile conquistare un uomo prendendolo per la gola, usando la psicologia inversa, facendoci desiderare eccetera, la pratica è ben diversa. A lui sembrano piacere tutti i difetti che ci accingiamo a nascondere: le manigliette, la ciccetta  all’attaccatura tra ascella e braccio, il sedere che ci sembra sempre un corpo estraneo che ci segue da vicino. Si dice anche sia cieco alla cellulite, a quelle sopracciglia non ritoccate, alle pellicine attorno alle unghie. Ma non vedono nemmeno il bello, non notano davvero cosa indossiamo,  o che trucco mettiamo insieme. Certo nessuno vuole la faccia piena di rossetto e il collo della camicia sporco di fondotinta, non hanno tutti Omino Bianco a casa come il malcapitato della pubblicità. Ma non notano che abbiamo cambiato colore di capelli o se li abbiamo tagliati a meno che non li rasiamo e tingiamo di verde quanto resta, se perdiamo un paio di chili che ci portavamo addosso come una zavorra di infelicità si scusano di non averlo percepito perché “mi piacevi comunque”, vanificando così sudore e lacrime con cui abbiamo lavato il pavimento della sala attrezzi e annegato l’istruttore di zumba. Odiano quello a cui non possiamo porre rimedio, come l’ altezza, i piedi freddi o la nostra migliore amica. Se ci facciamo eccessivamente belle per loro li facciamo sentire inadeguati o in soggezione, se ci presentiamo come capita perché “amore, ma io esco con te per come sei non per quello che indossi”, possiamo star certe che incontreremo la sua ex di ritorno da un play boy party vestita da “guarda-cosa-ti-sei-perso”. Alla fine così chi si affanna siamo sempre noi, prima per conquistarli e poi per tenere vivo l’interesse e non cascare nella trappola della rilassatezza concessa teoricamente dal rapporto consolidato, perché lui certo non fantastica sulle foto di “massaia moderna” o “flanella 2000”. Perché se dentro vuole una donna rassicurante e presente come la mamma, fuori vuole il davanti di GQ e il retro di Max. E noi, tra un’insalata mangiata in pubblico e un biscotto rosicchiato con la testa nella borsa, un sorriso davanti alle bisunte lasagne di mamma e un pensiero già alla cena detox per entrare nel completino in latex, il tacco assassino di giorno e gli impacchi di paraffina quando siamo sole, ci destreggiamo nell’arte della caccia, del corteggiamento e del mantenimento del risultato. Perché lo abbiamo viziato e non possiamo più permetterci, come le nonne, di aspettare e farlo impazzire per un appuntamento, perché altrimenti ci troveremo a casa al sabato sera a cercar di farla finita con le radiazioni nocive da smat phone, visto che non abbiamo più i lunghi fili del telefono per intrecciare un cappio.  Uomini, veniteci incontro, lasciateci il monopolio dei film mentali e dei “ma”, e presentatevi al primo appuntamento con delle linee guida. 

venerdì 5 ottobre 2012

W I NONNI!


Martedì è stata la loro festa, e trovo davvero che sia una delle ricorrenze più azzeccate del calendario. Sto parlando della giornata dei nonni. Quelle persone meravigliose con cui i più fortunati hanno avuto la possibilità di diventare grandi. A me restano quelli materni, ma ho avuto modo di conoscere anche quelli dalla parte di papà. Non sono stata una di quelle bambine che stavano con i nonni tutti i giorni da dopo la scuola fino a cena, e nemmeno sono mai stata parcheggiata da loro nella prima infanzia. Ma ho accumulato tanti di quei bei ricordi che forse un’assidua frequentazione non mi avrebbe permesso di mantenere così vividi e distinti nella memoria. I nonni ti fanno sentire una principessa, ti super viziano con regali e mancette sottobanco ad ogni età, quelle “bustarelle” che iniziano il battibecco con i genitori: “ridalli alla nonna”-“ma me li ha dati lei!”-“non importa, sai che non devi accettare”. E allora le trattative sugli extra-paghetta si conducono in segreto, lontano dagli occhi della “mamma-finanziere”. Quella Barbie che tanto vorresti, e che dovresti aspettare fino a Natale,  diventa tua con un paio d’occhiate tipo cucciolo di foca e una fuga pomeridiana con la nonna al negozio di giocattoli. Che festa poi quando il giovedì (giorno di visita della nonna Mariuccia) la si trovava a colazione che ti aspettava. Il nonno la lasciava da noi “sulla via per la fabrichètta” alle 7 del mattino e lei ti guardava fare colazione (e se c’erano gli special K allo yogurt sul tavolo, si pescava tutti quelli ricoperti). Il giorno del parrucchiere poi, da piccola, per me era una meraviglia, perché il salone destinato ad acconciare mamma e nonna era a Bergamo. Quindi a casa da scuola e gita fuoriporta con tanto di godurioso pranzo con focaccia calda con crudo e fontina al solito bar. Sì, perché le nonne sono anche sinonimo di “parentesi culinaria” settimanale. E allora via a gnocchi alla romana ordinatamente schierati e lucidi di burro, a succose e filanti parmigiane di melanzane (tutto in rigorosa doppia porzione, una da congelare per i momenti di magra). E il prosciutto crudo “speciale del Paolo”, la focaccia della Lori, la prestinaia di Milano 2, i suoi tortelli e le chiacchere a febbraio, quando uscivi da scuola che l’aria sapeva già un po’ di primavera e zucchero a velo… un fantastico e soddisfacente sbriciolare sul sussidiario mentre sbocconcellavi le delizie carnevalesche, tra una rivolta dei Babilonesi e una bonifica delle paludi sumere. E fare piccole impronte di unto sul Pigna cento mentre ti destreggiavi tra un tortello e un’equazione. E dopo i compiti? Beh, le attività pomeridiane si sono evolute con la crescita. Io e mia nonna per anni abbiamo passato i pomeriggi a giocare a pallamano. Poi con le palline di gomma che rimbalzano. Poi a pallavolo con i palloncini reduci di qualche festa di compleanno, che saltellavano per casa fino ad aver raccolto un accettabile quantitativo di polvere per poi sparire misteriosamente. Insomma, il fil rouge è sempre stata la palla, perché è un gioco che permette di chiacchierare e raccontarsela. Perché le nonne sono grandi ascoltatrici, e la mia oltre che un gran cuore ha davvero un gran paio d’orecchie che, con tutto il mio ciaccolare ininterrotto, devo aver notevolmente messo alla prova. Poi crescendo siamo passate per la fase dei giochi da tavolo. E lì era guerra tra “Memory” e “Uno”. Ho ancora qualche foglio segna punti in giro. L’ultima fase è stata quella del riordino. Si chiacchera sempre, ma intanto si puliscono i pennelli e le spugnette del trucco, si fa pulizia nel guardaroba, si censiscono gli accessori e si scandiscono i quarti d’ora con esclamazioni del tipo “ma questo è doppio, quanta roba hai!? Passami il sacco nero-nonna no! quello mi serve!”. I nonni? certo ci sono anche loro. Ma i miei sono sempre stati dei gran lavoratori, i self made men del loro tempo, gli imprenditori imperturbabili con severi orari di lavoro. Intimorivano un po’, ma sono tuttora un esempio importante e fonte di continua ispirazione.


Poi si diventa grandi e i nonni li si vede sempre meno. Ci si dimentica quasi dei tempi in cui erano compagni di gioco, delle vacanze insieme, dei post pranzo a “Beautiful” e “Sentieri”, che pazienza se guardi una volta le settimana, la nonna fa sempre efficaci riassunti delle puntate precedenti. Gli si telefona ogni tanto. Niente di peggio, perché i nonni sono come le fate. Se smetti di credere in loro la loro luce si appanna, se non rispondi più al volo come da bambino con la frase “ma nonna, ma nonno tu non sei vecchio!”, allora cominceranno ad acciaccarsi. Quindi riscopriamo i nostri nonni, continuiamo a spettegolare con la nonna e questa volta magari cuciniamo noi per lei. La mia ha avuto una fase vegana (eccezion fatta per gli accessori in pelle, il salame, il salmone affumicato e la polenta taragna), e ora una bio-salutista. Questo ci ha avvicinate di nuovo, ci scambiamo opinioni, consigli e ricette.
Oggi vengono a pranzo, e ho pensato per loro un menu accattivante e vegetariano. Al caffè staremo sul divano a contarcela un po’. E se il nonno si addormenta, chissà che non riesca a giocare un po’ a palla con la nonna.