sabato 6 ottobre 2012

L'ALGORITMO DEL TESTOSTERONE


Se le donne vengono da Venere, francamente mi rifiuto di credere che gli uomini vengano da Marte, la distanza tra i due pianeti è ancora troppo breve.

 È inutile dire che noi donne abbiamo una mente che va per conto suo, indipendente dalle leggi della logica. Ma anche gli uomini sono pieni di contraddizioni e misteriosi codici comportamentali. E se le nostre mamme, le nostre nonne, ci hanno sempre raccontato di come in realtà sia facile conquistare un uomo prendendolo per la gola, usando la psicologia inversa, facendoci desiderare eccetera, la pratica è ben diversa. A lui sembrano piacere tutti i difetti che ci accingiamo a nascondere: le manigliette, la ciccetta  all’attaccatura tra ascella e braccio, il sedere che ci sembra sempre un corpo estraneo che ci segue da vicino. Si dice anche sia cieco alla cellulite, a quelle sopracciglia non ritoccate, alle pellicine attorno alle unghie. Ma non vedono nemmeno il bello, non notano davvero cosa indossiamo,  o che trucco mettiamo insieme. Certo nessuno vuole la faccia piena di rossetto e il collo della camicia sporco di fondotinta, non hanno tutti Omino Bianco a casa come il malcapitato della pubblicità. Ma non notano che abbiamo cambiato colore di capelli o se li abbiamo tagliati a meno che non li rasiamo e tingiamo di verde quanto resta, se perdiamo un paio di chili che ci portavamo addosso come una zavorra di infelicità si scusano di non averlo percepito perché “mi piacevi comunque”, vanificando così sudore e lacrime con cui abbiamo lavato il pavimento della sala attrezzi e annegato l’istruttore di zumba. Odiano quello a cui non possiamo porre rimedio, come l’ altezza, i piedi freddi o la nostra migliore amica. Se ci facciamo eccessivamente belle per loro li facciamo sentire inadeguati o in soggezione, se ci presentiamo come capita perché “amore, ma io esco con te per come sei non per quello che indossi”, possiamo star certe che incontreremo la sua ex di ritorno da un play boy party vestita da “guarda-cosa-ti-sei-perso”. Alla fine così chi si affanna siamo sempre noi, prima per conquistarli e poi per tenere vivo l’interesse e non cascare nella trappola della rilassatezza concessa teoricamente dal rapporto consolidato, perché lui certo non fantastica sulle foto di “massaia moderna” o “flanella 2000”. Perché se dentro vuole una donna rassicurante e presente come la mamma, fuori vuole il davanti di GQ e il retro di Max. E noi, tra un’insalata mangiata in pubblico e un biscotto rosicchiato con la testa nella borsa, un sorriso davanti alle bisunte lasagne di mamma e un pensiero già alla cena detox per entrare nel completino in latex, il tacco assassino di giorno e gli impacchi di paraffina quando siamo sole, ci destreggiamo nell’arte della caccia, del corteggiamento e del mantenimento del risultato. Perché lo abbiamo viziato e non possiamo più permetterci, come le nonne, di aspettare e farlo impazzire per un appuntamento, perché altrimenti ci troveremo a casa al sabato sera a cercar di farla finita con le radiazioni nocive da smat phone, visto che non abbiamo più i lunghi fili del telefono per intrecciare un cappio.  Uomini, veniteci incontro, lasciateci il monopolio dei film mentali e dei “ma”, e presentatevi al primo appuntamento con delle linee guida. 

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