lunedì 5 novembre 2012

LA TRIBU DEGLI "EL FO MI" (LO FACCIO IO)

Tutti noi ne conosciamo qualcuno. Fanno parte di una setta sfortunatamente non così segreta, il cui fanatismo è fomentato ultimamente in modo sconcertante dai media. Sono peggio dei testimoni di Geova, perché a loro, per rapporti di amicizia o parentela, non puoi chiudere la porta in faccia, non puoi scappare. E come i testimoni di Geova li riconosci a distanza. Sto parlando dei "FO MI", i votati  all'hobbistica, quelli che hanno attivato "My Sky" per non perdersi una sola puntata di "Paint your life" e avere la possibilità di rivedere e seguire passo passo la santona del momento, la guru del decoupage, che con la sua aria da fatina entra nelle case degli italiani seminando cattivo gusto e incoraggiando pasticcioni per vocazione a recuperare la passione che provavano alle elementari quando c'era da fare il lavoretto di Natale, di Pasqua, della festa della mamma e del papà (che, da bravi genitori, portavano come un giogo la collana di pasta dipinta o la cartellina porta documenti di cartoncino con su papà castoro e castorino. La festa del papà è il periodo in cui  durante interi serissimi consigli di amministrazione o riunioni di azionisti, dalle ventiquattrore spuntano portachiavi di perline, segnalibri con pendagli di das e matite con in cima la fotina a molla del piccolo artista). Perché hobbisti si nasce. Lo vedi, è quel compagno di classe che, quando la maestra mostra il modellino di piatto dipinto con gli acrilici, non ci dorme la notte per farlo più bello. E' quello che ti arriva con il braccialetto dell'amicizia fatto con 467 fili colorati finemente intrecciati a creare il simbolo del legame universale maya, quello che ha lo zaino zavorrato da 22 kg di scooby doo. E' quello che fa ginnastica con la maglietta tye and dye che ha tinto con mamma la domenica in giardino, e che per il tuo compleanno di fa un biglietto di auguri pop up con tutta la battaglia finale del "Signore degli anelli".

Poi il piccolo hobbista cresce e comincia ad investire la paghetta in quei meravigliosi giornali tematici con i pezzi in uscita ogni mese per costruire la radio d'epoca, lo shuttle che decolla davvero, il modellino del Titanic, il tirex in 15.000 pezzi grande come quello del Museum of science di NY. E' abbonato a "Mani di fata" e a "Il punto croce sarà la tua vita", che diventano testi sacri da collezionare con cura. Quando però queste attività pre impostate diventano noiose e banali, e la manualità
 ha raggiunto ormai livelli che voi umani qualunque non potete immaginare, allora ecco che inizia l'auto produzione. E si va da quella che colleziona veline e tovaglioli stampati da tutto il mondo per riempire la casa di vassoi di legno e scatolette al decoupage, a quella che investe mezzo stipendio in perline e fili vari, a quella ancora che si crea una mini sartoria in casa. Se queste creative attività nascessero, vivessero (e morissero) all' interno delle mura domestiche, niente di male. Il problema è che il "fo mi" esce e si aggira per il mondo con vestiti dall'aria quadrata e dalla fantasia singolare ("belli vero i vestiti dei ragazzi? sai ho rivisto "Tutti insieme appassionatamente" di recente...e poi volevo cambiare le tende...") e maglioni fatti all'uncinetto che ti auguri raccontino la storia della povera nonna ormai orba e con una mano paralizzata che ha fatto i ferri fino a che non è spirata chiedendoti di sfoggiare quell'ultimo obbrobrio pieno d' amore. Si adornano con gioielli dall'aria etnica fatti con i noccioli dipinti della frutta estiva, o spille con enormi fiori o animali di feltro. Per il tuo compleanno ti regalano bambole in pasta di sale vestite con abitini ricamati a mano, o peggio ti confezionano sciarpa e cappello dai colori improbabili che non vedono l'ora di vederti addosso. E come fai a non esporti al pubblico giudizio? Puoi sempre invitare l'artista a cena e dire che ti si è rotto il riscaldamento, indossando così il meraviglioso dono nella privacy delle mura domestiche.
Si offrono di ritingerti le fodere del divano, obbligandoti ad una terribile ginnastica per sfoderare e rivestire i cuscini ogni volta che viene da te, ti sfidano a sforzi di fantasia per giustificare la sparizione del vaso di vetro soffiato che ti hanno fatto dopo aver seguito un seminario di 45 lezioni direttamente a Murano.
E' la mamma che ti fa sentire in colpa perchè hai vestito tua figlia da principessa dei cartoni a carnevale spendendo una cifra al Disney store, quando lei poteva benissimo farle come per suo figlio un bel vestito da pannocchia fatto in casa, o scuote la testa mentre acquisti una pochette da sera che potrebbe benissimo fare lei, chessò, riciclando una settima di reggiseno con le coppe in pizzo (non scherzo, conosco chi ne possiede una).

Parla una che ha sempre delle grandi idee ma non ha un briciolo di manualità, ma vi assicuro che i veri artisti sono comunque molto pochi. Ho visto bellissimi alberi di Natale con sagome di legno di betulla intagliate a mano, deliziosi sacchettini profuma biancheria e bauli in legno perfettamente invecchiati. Ma ho anche ricevuto un angelo da appendere con gli occhi strabici, un foulard decorato a stencil dai profili sbavati, e scatole a decoupage con le bolle d'aria a sfigurare le immagini decorative, con donnine vittoriane  dalla pelle butterata dai rivoli di colla.
E' che queste creazioni dal gusto naif sono come il parto lungo e travagliato di un brutto bambino, e si sa che ogni scarrafone è bello a mamma sua. Si sa che il bello è soggettivo ma che è legato a pretese di oggettivazione. E tu, davanti al pargoletto grassoccio con troppe sopracciglia e il naso pronunciato, ti dipingi in faccia una maschera di sorrisi e deliziata meraviglia, e metti la foto del pupo in bella mostra in salotto, magari proprio in quella cornice incrostata di conchiglie e porporina bllu che ti ha fatto la sua mamma per il tuo compleanno...

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