Milano la domenica è un’altra città.
bellissima nella sua insolita calma relativa, animata da un movimento lento che
non va confuso con la pigrizia. Perché il milanese non spreca una delle ultime
calde giornate di inizio autunno. E le strade si popolano di signore bene con
occhialoni, abito comodo di gran classe e capello perfettamente fonato il
giorno prima, le rastrelliere delle “bike mi” sono vuote e la gente pedala per
corsi, vie e piazze riempiendo i cestini con le piante di Fioralia, i prodotti
del mercato bio alla Palazzina Liberty o un semplice mazzo di margherite per
far sorridere la sala. Nei parchi, coppie nel pieno della seduta di jogging del
week end, “scava” dei percorsi per il Sempione e i giardini di Palestro. I
bambini ben pettinati e coordinati ai fratellini si recano al pranzo di
famiglia della domenica, da Agnello, al Santa Lucia, alla Torre o in quei
classici ristoranti dall’atmosfera un po’ casalinga, con il carrello dei dolci
e i menù di carta giallina plastificata, in pesanti custodie di pelle bordeaux
in cui si recitano piatti semplici che riempiono la pancia con il gusto della
genuinità: per una volta le patate al forno, il branzino al sale, gli spaghetti
al pomodoro, la cotoletta e il risotto giallo sono come li faceva mamma, in
piatti dalla forma circolare e senza pizzi di parmigiano, nodi di erba
cipollina e decorazioni astratte di glassa di aceto balsamico. Passando sotto
le finestre delle case a mezzo giorno si sente rumore di posate e di persone
riunite, odore di carne e patate, di sugo e soffritto. I tavolini dei bar sono
pieni a tutte le ore e chiudendo gli occhi sembra di vedere le briciolone
croccanti del cornetto che si infilano sotto il pizzo del centrino sopra il
quale è posizionato il classico dispenser d’ alluminio dei tovagliolini di
carta sul bancone di granito rosa e
nero. Profumo di caffè, cacao e spuma di latte, nicotina e Chanel numero 5. I
pullman rigurgitano in Piazza Castello decine e decine di turisti, tra i quali
si aggirano gli speranzosi venditori di merce falsa che nei week end possono
approfittare dell’ assenza dello scudo di fretta e stress che ostacola le
trattative durante la settimana. Le sale dei musei brulicano di giovani
studenti universitari, vecchie signore e coppie in cui lui sta chiaramente
scontando il tempo passato lontano da casa durante i giorni lavorativi.
Le strade sembrano la passerella una
mostra canina itinerante, con i fedeli amici dell’ uomo che finalmente possono
fare una lunga corsa al parco o una rilassante trottata in centro senza essere
vincolati dai tempi ridotti dei padroni, frenetici al mattino prima del lavoro,
sfiniti a fine giornata. Il traffico diventa un rumore morbido di sottofondo,
gli artisti di strada regalano una colonna sonora a chi guarda le vetrine tra
via Dante e Vittorio Emanuele… mi dispiaccio sinceramente per chi non sa
cogliere la poesia e la bellezza delle domeniche meneghine. Milan l’è un gran
Milan.
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