Dati alla mano. Abbiamo la conferma
che nonostante la crisi, il settore della bellezza è quello che al momento, con alcuni altri, risente poco dei tagli alla
spesa applicati dagli italiani. Ma è una caratteristica tutta la femminile
quella di affrontare le nuove sfide all’ acquisto 2x3 con un velo di rouge
sulle labbra (è stato provato che la vendita di rossetti è inversamente
proporzionale ai picchi negativi dei valori della borsa). Insomma, possiamo
rinunciare alla bistecca, possiamo reinventare il guardaroba dell’anno prima,
ma guai a chi propone di mettere da parte il beauty case, anche perché
diciamocelo, quando ci sentiamo selvaggiamente sexy, tremendamente provocanti
ed assurdamente favolose, è il caso di dire che non ci ferma nessuno. MA, e qui
viene il ma, trucco e creme a parte _ argomento già trattato_ solo la mano di
un esperto può evitare che tutti i “selvaggiamente”, “tremendamente “ ed
“assurdamente” vadano a descrivere uno stato dell’ essere che ponga ragionevoli
dubbi sulla sanità mentale della persona al momento di approcciarsi all’
elemento femminile per eccellenza: il capello. Già, la chioma fluente o corta
che sia, bruna, bionda, rossa, non può essere sacrificata.
Non può essere
soggetta all’estro dell’ amica del cuore che si sente “artista-inside”, e ci
intorta dichiarando che le nostra testa è la tavolozza più bella su cui possa
mettere le mani; il taglio che vi fate non deve essere messo sulla lista dei
tagli alle spese - “guarda mamma, quella signora dopo il taglio alla bolletta ha
chiesto all’ elettricista di darle una regolata alla zazzera”- ; se requisite a
vostro figlio le miccette che faceva scoppiare con gli amichetti sotto la coda
del cagnetto rompi palle del vicino, non provate ad usarle per la piega. La
figura dell’ hair stylist in questi casi dovrebbe apparire come visione
celeste, come in "Grease" quando la svampita ragazzina dalla testa rosa decide
che la sua strada è quella dell’ estetica.
A tanta gente dovrebbe cantare all’orecchio Frankie Avalon che sussurra “la
messa in piega non si fa”. Andare dal parrucchiere è come andare in vacanza con
un amico psicologo. È meglio del barista, il parrucchiere ascolta davvero i
tuoi problemi, ti solleva il morale con l’ultimo pettegolezzo, parte dalle tue
frustrazioni per darti un’ immagine che ti faccia dimenticare i tuoi guai.
Quante alla fine di una relazione (oltre che dal barista di fiducia, ok) hanno
deciso di recarsi in salone e cambiare look per dare un taglio con il passato
in tutti i sensi? Nuovo posto di lavoro, quante volte ha fatto rima con taglio
e colore? Un evento speciale, a chi ci rivolgiamo per essere al 100%? Sempre
solo al parrucchiere. Perché posso sopportare di presentarmi al matrimonio
dell’ amica con un abito che qualcuno ha già visto, ma non posso certo sfoggiare
una ricrescita in nuance. E poi usano ormai in troppe la scusa “sai, avevo il
provino per "L’isola dei famosi"” per giustificare un capello floscio e senza
vita, piatto in radice e “voluminoso” di doppie punte. Non dico di andare tutti
i mesi, se la scelta dev’ essere quella del "2 volte l’anno", allora optate per
un colore naturale e un taglio facile da gestire che non vada fuori forma al
primo cm di crescita. Per favore, non fateli grigi se la ricrescita è quella, ad
una certa età se la chioma si accessoria di grossi fil di ferro (perché
il capello grigio se ci fate caso spesso ha vita propria, e spunta dalla
scriminatura con l’arroganza degna di un filo d’acciaio), rinunciate e
risparmiate i soldi di cinema e pizza e una volte ogni 3 settimane lasciate che
si ponga rimedio in maniera adeguata. Il "fai da te" in questi casi non paga mai.
Ci sono donne che quando fanno la carbonara tengono da parte un po’ di sbattuto
con tanto di pecorino per un impacco proteico dopo cena, quelle che mentre
preparano un sandwich al marito fanno una spalmata di maionese sul pane e una
sulle punte.
Chi invece di un the con le amiche prepara un “infusione party”
con “camomillata” e limone di gruppo per avere i dolci colpi di sole naturali
dell’ infanzia. Su you tube impazza l’ olio di cocco, ma nemmeno Robinson Crusoe
permetteva a Venerdì di trattargli le lunghezze con questo pesantissimo grasso
vegetale! Davvero, fate dell’ hair stylist il vostro curatore d’ immagine. E
sceglietelo con cura. È colui/lei che avrà in mano la tutela della vostra
femminilità, la scelta è ardua quasi come quella del ginecologo. Scegliete un
salone di cui vi piace l’ immagine, se per dire volete evitare di somigliare a
vostra madre, non andate dal suo storico hair stylist. Se non volete un look fotocopia
non andate dal parrucchiere cinese che vi annuisce sorridendo e poi fa l’ unico
taglio che sa fare, ne propone uno nella sua lingua a tutte le clienti ed ecco
qua, uno schiaffo ad anni di accademia affrontati dalla spettabile concorrenza.
Evitate chi asseconda ogni vostro desiderio: se porto una foto di un’ attrice,
vorrei che il taglio non sembrasse appiccicato sulla mia testa come con photo
shop, ognuna ha i suoi lineamenti. E diffidate di chi ha esposte quelle foto
fantasma dal pesca all’ azzurrino di acconciature anni “70, o peggio, primi
piani di Elvis e Farrah Fawcett: non sia
mai che poi vi chiedano da quale festa a tema stiate tornando…
Nessun commento:
Posta un commento