Girando in macchina la mattina presto è possibile sfruttare l' alto
livello di rimbambimento da sonno delle persone sedute al volante alle 7.30, per
sbirciare indisturbati nel veicolo accanto.
E' buffo constatare come l'auto diventi una capsula privata di
evasione, isolata nel tempo e nello spazio, dove rivelare la propria identità e
far prendere aria al vero se stesso.
Dal manager serioso, con occhiale a specchio, abito e trench e il
collo immobilizzato dalla cravatta, che canta a squarciagola la Nannini, con un
trasporto indicato dalla mimica facciale (d'altronde così inamidato gli è possibile solo quella), all' inquietante individuo che crede di possedere la macchina che
lo rende invisibile all'occhio umano, e lo dimostra infilandosi nella narice
prima la falange e poi via giù fino al gomito alla ricerca del "Porto
sepolto" di Ungaretti, di una verità e un senso esistenziale che chissà
perchè risiede nelle grotte nasali.
Poi c'è quella che non si è svegliata in tempo per completare la toiletta,
la super donna, la mia preferita. Semaforo dopo semaforo la spii dal retrovisore
e la vedi passare dalla sciammanata con il post sbronza alla segretaria
sexy. Semaforo1: via il mollettone, ecco lo chignon; semaforo2: blush e
matita; semaforo3: mascara e lucida labbra; semaforo 4: foulard e occhiale da sole
da diva. Se dovesse commettere un crimine tra il semaforo 1 e il semaforo 4 la
farebbe franca.
Qualcuno invece non lo puoi vedere. Ci provi quando ti si affianca, ti
allunghi ormai in modo non più discreto, ti sporgi palesemente spronato dalla
curiosità... ma per quanto tiri il collo l'automobilista "X"rimane
incognito dietro la muraglia di peluches, lo schermo energetico di stickers, la
piramide di cappelli, cuscini e fiori finti, la tenda di cd, crocifissi a grappolo
e collane del giovedì grasso. E così questo pericoloso collezionista compulsivo
di ciarpame scivola indisturbato nel traffico, spargendo attorno a sè spore di
cattivo gusto che speri non attecchiscano presso i neo patentati che però sai
già accarezzare l'idea del dadone peloso, del bruco della squadra e dell'adesivo "chi legge è pirla"...
Ci sono poi quelli che con aria ebete e assente siedono al posto di
guida come in trans, con il cervello appannato dall aria satura degli effluvi
provenienti dall abetaia di arbre magique piuttosto che dalla frana di palline
deodoranti che minacciano lo scoppio del portacenere, o dalle boccette in
vetro comprate in stock ai bastoncini che intasano le bocchette
di areazione.... e così in un moderno oppificio su ruote si dirigono verso il
posto di lavoro concedendosi un ultimo psico viaggio prima della routine
quotidiana.
C'è l' uomo sessualmente represso, che approfitta del viaggio in auto per
battere un record personale: il maggior numero di volgarità e allusioni esposte
nel tempo di un sorpasso (la psicosveltina più veloce della storia).
Il nerd che diventa il figo di turno quando sgomma per poi rivelarsi in
tutta la sua devastante sfigaggine quando gli si spegne la macchina al
semaforo. e il re della strada viene salutato da un ola di "pirla" e
un coro di clacson.
Le casalinghe abbandonano l'aspetto di angelo del focolare e, animate
dalla caccia all'offerta speciale valida solo quel giorno presso il
supermercato di fiducia, diventano spietate, sorpassano, non ti fanno passare
nemmeno se stai partorendo, strombazzano come se avessero alle spalle anni di
conservatorio, sfoggiano il torpiloquio che riduce alle lacrime il grosso
camionista polacco che ha tentato di tagliare loro la strada....per poi
parcheggiare un po' storte e dirigersi leggiadre e rilassate verso il paradiso
del 2X1.....
Ah, la strada! Che meraviglioso palcoscenico su cui tutti possiamo salire consapevoli di essere, anche solo fuggevolmente, oggetto di uno sguardo altrui.
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